La spezia curcuma è una polvere gialla ottenuta dalla macinazione di alcune piante appartenenti alla famiglia delle Zingiberaceae (la stessa dello Zenzero e del Cardamomo) e al Genere Curcuma.
Conosciuta comunemente anche con il nome di zafferano d’India, è una pianta perenne spontanea, che può raggiungere il metro di altezza, e che risulta essere facilmente riconoscibile grazie alle sue foglie (larghe) e ai suoi fiori (gialli).
Della curcuma, la parte che riscuote maggiore interesse dal punto di vista nutrizionale è il così detto “rizoma tuberizzato” (ovvero la radice di forma cilindrica, di colore arancione e ricca di molecole nutrizionali di riserva), che per essere utilizzata come spezia deve essere fatta bollire per diverse ore, essiccata in forno e poi macinata ottenendo così una polvere dal caratteristico colore giallo ocra che, oltre ad essere un ingrediente per diversi piatti perlopiù asiatici (il curry, soprattutto) può essere anche impiegata come colorante alimentare naturale (E100).
UTILIZZARE LA CURCUMA A TAVOLA: I VALORI NUTRIZIONALI
100 g di curcuma in polvere apportano circa 312 Calorie e:
La curcuma è una fonte di curcumina e di oli essenziali.
I principali componenti della curcuma sono i curcuminoidi (3-5%), ovvero miscele di derivati del cinnamoilmetano, come la curcumina, la demetossi curcumina e la bis-demetossicurcumina. Ed è proprio la curcumina, concentrata nel rizoma (la sua radice), l’ingrediente attivo che conferirebbe alla spezia benefici curativi.
Essa ha un sapore piccante, leggermente amarognolo, distintamente terroso e un odore simile alla senape.
PROPRIETÀ SALUTISTICHE
Proprio la sua composizione sembrerebbe conferire alla curcuma diverse proprietà farmacologiche.
Infatti, secondo un vasto numero di ricerche, sembra che un buon consumo di curcuma:
FALSI MITI?
Numerose ricerche sono state fatte e sono in corso per decretare il potere curativo della curcuma. Una delle più recenti la mette però un po’ in ombra. Si tratta di uno studio pubblicato sul Journal of Medicinal Chemistry, condotto dal chimico farmaceutico dell’Università del Minnesota Michael Walters. Quest’ultimo sostiene che i benefici, in realtà, potrebbero essere il frutto di una sovrastima. La curcumina, il principale principio attivo della curcuma, darebbe infatti molti risultati falsi positivi nei test in cui si esaminano le sue proprietà biologiche.
Solitamente gli screening farmacologici controllano se una sostanza chimica si attacca a un sito di legame di una proteina implicata in una malattia, un indizio che può essere il punto di partenza per un farmaco. Ma alcune molecole, come la curcumina, sembrano mostrare una simile attività specifica anche quando in realtà non la possiedono. In sostanza, la curcumina sarebbe in grado di ingannare i test.
La difficoltà, per il momento, resta dimostrare inequivocabilmente e all’unanimità i benefici finora teorizzati. Il ridimensionamento ha evidenziato anche la difficoltà di assorbimento da parte dell’organismo e la necessità di esplorare ulteriormente le potenzialità di questa spezia.
Questo ci deve aiutare a capire che parlare di alimenti in termini di terapia è difficile oltre che in parte sbagliato. La curcuma come tanti altri alimenti contiene delle sostanze che sono potenzialmente benifiche per il nostro organismo, ciò non toglie che con l’alimentazione riusciamo ad introdurre quantità molto piccole che devono invece far fronte ad una macchina molto complessa che è quella del corpo umano.
Ovviamente ciò non significa che i benefici finora attribuiti alla spezia siano falsi. Assumere curcuma, anche solo per insaporire gli alimenti, non comporta alcuna controindicazione (salvo differente indicazione da parte del medico), soprattutto se il consumo di questa spezia viene associato ad uno stile di vita sano.
CI SONO CONTROINDICAZIONI?
SUGGERIMENTI PER SFRUTTARNE AL MEGLIO LE PROPRIETÀ CURATIVE E PERMETTERE ALL’ORGANISMO DI ASSORBIRE LA CURCUMINA
dott.ssa Vittoria Giannini
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