Se anche tu da bambino hai trovato nelle calze della Befana liquirizie a forma di pesciolino, rotella o ripiene di zucchero colorato, oppure ne hai rubate una manciata da quelle storiche scatolette di latta nascoste nella borsa della mamma, allora questo articolo fa al caso tuo!
La liquirizia infatti entra nelle nostre vite sin già da bambini, ma impariamo sempre più ad apprezzarne il gusto crescendo, quando possiamo assaporare un liquore o una buona tisana dal sapore intenso.
Innanzitutto è una pianta erbacea (Glycyrrhiza glabra) le cui radici vengono utilizzate per la produzione nel settore alimentare e cosmetico: vengono infatti essiccate e macinate, pressate per estrarne il succo che viene concentrato e purificato fino ad ottenere la classica pasta nera profumatissima da cui si ottengono le più svariate forme. La pianta della liquirizia cresce nell’Asia sudoccidentale e nell’Europa mediterranea, ma la migliore al mondo si trova in Italia e per la precisione nella Regione Calabria, che concentra circa l’80% della produzione nazionale!
Affatto: la liquirizia così come viene estratta è definita pura, mentre nelle caramelle da banco o nelle famose rotelle del supermercato oltre all’estratto troviamo zuccheri e additivi come edulcoranti! Se ci poniamo la domanda “Quante kcal apporta la liquirizia?” è importante perciò discriminare quella pura da quella commerciale arricchita. Infatti:
100 g di liquirizia pura essiccata apportano secondo le stime delle USDA americane:
Una caramella gommosa o un bastoncino di liquirizia potrebbero al contrario apportare ben altri livelli di kcal e zuccheri all’organismo, quindi fate attenzione e leggete attentamente l’etichetta, dove per legge vengono riportati gli ingredienti e la composizione nutrizionale!
Il principio attivo più importante è la glicirrizina, grazie al quale esercita un’azione antinfiammatoria e antivirale. In cosmetica la liquirizia si utilizza sfruttando le virtù cicatrizzanti e lenitive dell’acido β-glicirretico.
Passiamo ora alle indicazioni che ci permettono di fare buon uso di liquirizia e derivati!
La liquirizia dovrebbe essere consumata con assoluta moderazione, se non evitata, dalle persone affette da particolari condizioni quali:
Inoltre è necessario porre attenzione al consumo di liquirizia se si utilizzano alcuni farmaci come:
“Perché?” vi chiederete voi. Un consumo eccessivo di liquirizia potrebbe abbassare i livelli di potassio nel sangue, portando quindi a ipokaliemia e inducendo un aumento compensatorio della pressione arteriosa con ritenzione di liquidi. Dosi troppo elevate di liquirizia potrebbero portare cioè, conseguentemente all’ipertensione, a gonfiori, edemi e irregolarità del battito cardiaco. Ecco perché le categorie sopra citate dovrebbero porvi attenzione. Secondo la FDA (Food and Drug Administration) le donne in gravidanza o in fase di allattamento dovrebbero escludere totalmente la liquirizia e ogni suo derivato dalla propria alimentazione.
In generale a queste categorie di persone in particolar modo si consiglia di limitare l’assunzione di liquirizia pura ad un massimo di 5 g al giorno.
Liquirizia sulle nostre tavole
Molti di voi conosceranno il classico digestivo utilizzato per preparare dolci o dare una nota balsamica a fragole e gelato o caffè: parlo proprio del liquore alla liquirizia che se preparato con cura in casa può rappresentare uno splendido pensiero per le feste! Le tisane detox a base di finocchio, erbe e liquirizia sono invece un toccasana per la digestione e si consigliano per le ore serali. Attenzione invece alle caramelle gommose, che di liquirizia probabilmente hanno solo l’aroma e dove lo zucchero o lo sciroppo di glucosio regnano sovrani! Esistono attualmente in commercio anche prodotti definiti DGL, ovvero liquirizia privata del principio attivo (glicirrizina) responsabile di tutti i sintomi elencati. Il mio consiglio è di consumare la vostra liquirizia pura ogni tanto, senza superare le dosi consigliate e facendo particolare attenzione a quanto detto sopra. La misura è sempre la strategia migliore!
Articolo a cura della dott.ssa Vittoria Giannini