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ALIMENTAZIONE E SCLEROSI MULTIPLA

In questo articolo parliamo di Sclerosi Multipla e Alimentazione, partendo da cos’è, quali sintomi presenta, i fattori di rischi e quali abitudini alimentari è meglio prendere.

Che cos’è la Sclerosi Multipla?

La Sclerosi Multipla (SM) andando a spiegare cos’è è una malattia autoimmune a decorso cronico a carico della sostanza bianca del sistema nervoso centrale ed è la più comune causa di disabilità neurologica nei giovani adulti in tutto il mondo.

Nel mondo, si contano circa 2,5 – 3 milioni di persone affette da SM, di cui 600.000 in Europa e circa 68.000 in Italia. La maggior parte dei sintomi della SM si manifesta tra i 25 e i 31 anni e le donne affette da SM sono almeno il doppio degli uomini. Nonostante i numerosi e tangibili progressi nel trattamento, non si è tuttavia ancora in grado di definire una causa eziopatogenica della malattia.
alimentazione e sclerosi multipla
Alla base della perdita di mielina (guaina che riveste i nervi) c’è un’alterazione nella risposta del sistema immunitario. Nella SM il sistema immunitario attacca i componenti del sistema nervoso centrale scambiandoli per agenti estranei. Questo meccanismo dannoso si definisce autoimmune.

Alla base del modello patogenetico della SM vi è quindi un’alterata risposta immunologica pro-infiammatoria. Tale quadro infiammatorio è uno tra i principali bersagli dei trattamenti terapeutici.

I Sintomi della Malattia

alimentazione e sclerosi multipla

Poiché la patologia può danneggiare qualsiasi parte del cervello, del nervo ottico o del midollo spinale, i sintomi riferiti dai pazienti si riscontrano rispettivamente in diverse parti del corpo e possono comprendere:

    • intorpidimento muscolare
    • perdita di equilibrio
    • problemi di vista
    • problemi di deambulazione
    • tremore
    • debolezza
    • problemi al sistema digerente: costipazione, stitichezza, incontinenza e disfagia

Alcuni episodi o “attacchi” possono durare giorni, settimane o mesi e si alternano a periodi silenti, in cui non è presente alcun sintomo (remissioni). Comuni sono però le recidive e spesso il peggioramento è graduale.

Fattori di rischio

Una caratteristica degna di nota per la sclerosi multipla è che non esiste ancora un modello patogenetico comune. Le ricerche destinate a definire le cause primarie e scatenanti la SM sono infatti tuttora in corso.

Possiamo però mettere in evidenza diversi fattori di rischio epidemiologici. Tra questi ritroviamo:

  • genetica
  • deficit di Vitamina D (in grado di influenzare notevolmente il sistema immunitario) e basso consumo di pesce azzurro
  • probabile esposizione al virus Epstein Barr (EBV): avviene nel 90% della popolazione prevalentemente durante l’infanzia e spesso decorre in maniera asintomatica e latente
  • fumo di sigaretta
  • elevato consumo di sodio nella dieta

SM e stato nutrizionale

La SM è una delle malattie neurologiche più comuni in grado di causare disabilità progressiva e condurre a problemi nella deambulazione, nel mantenimento dell’equilibrio e intorpidimento muscolare. Alla base di tali alterazioni che modificano inesorabilmente la qualità di vita del paziente, vi è la perdita di massa e funzione muscolare. Nei pazienti affetti SM si può rivelare una maggior presenza di Fat Mass (FM) ovvero massa grassa e contemporanea riduzione della Free-fat mass (FFM) o massa magra, stimando un rischio più elevato per lo sviluppo di condizioni secondarie come malattie cardiovascolari, ipertensione e diabete. Lo stabilirsi di questa condizione pone inoltre il paziente a rischio di sviluppare ipercolesterolemia. Per il recupero della massa muscolare risulta quindi di fondamentale importanza un piano dietetico equilibrato volto a mantenere o ripristinare la massa magra, che può diventare punto cardine per un migliore stato di salute del paziente. Una ridotta percentuale di massa magra e l’incremento di quella grassa non sempre fanno parte di un quadro generale di sovrappeso. Alcuni pazienti affetti da SM, infatti, presentano comunque un Indice di Massa Corporea (IMC) tendente al limite inferiore del normopeso, con quadri di cachessia e malnutrizione e solo una piccola parte di questi si identifica in un quadro di sovrappeso o obesità. Ciò è dovuto al fatto che l’intake proteico-calorico giornaliero dei soggetti può essere compromesso dal grado di disabilità che la patologia ha raggiunto; quando questa giunge a uno stato severo e di notevole impedimento per sostenere i ritmi di vita quotidiana, il paziente non è sempre in grado di assicurarsi un’alimentazione variata e completa. Le possibili cause di perdita di peso e malnutrizione nei pazienti con SM possono essere così riassunte:

  • affaticamento muscolare e disabilità che compromettono le comuni azioni quotidiane, come fare la spesa e cucinare
  • dieta squilibrata, con mancati spuntini e intervalli troppo lunghi tra un pasto e il successivo
  • difficoltà fisica nel mantenere la postura durante il pasto o nel deglutire cibi solidi o liquidi in caso di disfagia
  • compromissioni del nervo ottico e diminuzione della vista, che richiedono aiuto nel fare la spesa e nel prepararsi da mangiare
  • dipendenza da cibi precotti, snacks grassi e tutti i prodotti industriali ad alto contenuto di grassi saturi
  • sensazione di fatica durante il pasto e conseguenti riduzioni dei pasti
  • scarso appetito: possibile effetto dei farmaci, sommato ad uno scarso intake di liquidi

I disturbi della deglutizione, con esito in disfagia, sono sintomi frequenti nella SM progressiva che risulta talvolta affiancata anche da problemi nell’articolazione delle parole.

I sintomi e le conseguenze correlate alla disfagia includono:

  • tosse durante i pasti
  • ostruzione delle vie respiratorie per inadeguata occlusione dell’epiglottide durante la deglutizione
  • disidratazione
  • ansia e preoccupazione
  • carenza di micronutrienti, vitamine, minerali: malnutrizione proteico-energetica

alimentazione e sclerosi

Una scorretta deglutizione, con passaggio di piccole parti di cibo nelle vie aeree, può esporre inoltre il paziente al rischio di polmonite ab ingestis. Oltre a rappresentare una causa aggiuntiva al deterioramento dello stato nutrizionale del paziente, la disfagia comporta ansia e preoccupazione nel soggetto, che collega il momento del pasto a sensazioni di frustrazione e paura e perché il solo consumo di un singolo alimento richiede tempistiche maggiori.

In funzione al grado di difficoltà nella deglutizione, la dieta deve essere strettamente personalizzata e la consistenza degli alimenti resa più o meno solida o cremosa, in rapporto alle necessità della persona.

Può la dieta migliorare lo stato di salute del paziente affetto da SM?

Per rispondere a tale quesito ribadiamo il concetto che la SM è una patologia multifattoriale complessa e che la nutrizione è uno dei fattori ambientali possibili coinvolti nella sua patogenesi.

Cosa possiamo fare?

1. Agire sui fattori meccanici:

A causa della ridotta mobilità e di una vita in genere sedentaria, caratteristica tipica della SM è la costipazione intestinale. Le persone con SM possono manifestare disfunzioni intestinali come stitichezza e diarrea. La demielinizzazione delle vie nervose responsabili dell’evacuazione, il rilassamento dei muscoli addominali, un apporto inadeguato di liquidi e di fibre e una limitata deambulazione sono le cause principali di questi disturbi. Agendo su questi fattori è possibile migliorare, grazie alla terapia dietetica, le funzioni intestinali:

– adeguato apporto di liquidi (circa 2L/gg)

– scelta di prodotti integrali, ricchi di fibre insolubili che trattenendo l’acqua, aumentano la massa fecale e favoriscono la regolarità intestinale (25-30 g fibra/gg circa):  crusca di frumento, cereali integrali come il frumento integrale o il pane di segale, frutta e verdura con la buccia.

Attenzione però, l’introduzione di fibre deve essere comunque valutata e pianificata dal dietista poiché, per evitare problemi quali eccessivo gonfiore e dolore addominale, sarebbe opportuno inserirla gradualmente nella dieta quotidiana. Se con una dieta ad alto contenuto di fibre non si ottengono benefici evidenti, è possibile ricorrere a integratori di fibre.

2. Agire su cause molecolari e stato infiammatorio:

I pazienti con SM dovrebbero ridurre l’intake di cibo contenente molecole potenzialmente dannose e preferire quei cibi salutari contenenti al contrario quelle sostanze in grado di migliorare il loro stato di benessere, abbassando per esempio il livello infiammatorio. Proteggere ampiamente le membrane cellulari dallo stress ossidativo e stimolare uno “stato antiossidante” in pazienti con SM è altamente consigliabile, al fine di ridurre il rischio di peggiorarne il quadro generale. Riguardo ai fattori dietetici che sono stati considerati più frequentemente per la loro influenza sulla SM, vi sono alimenti da preferire e altri da evitare!

ALIMENTI pro-infiammatori

a. Acidi grassi saturi:

di origine animale, presenti nel latte intero, nel burro e nei formaggi, nelle carni più grasse e nei prodotti industriali, stimolano lo stato infiammatorio.

b. Alimenti industriali troppo elaborati: salse, piatti precotti, dolciumi vari ricchi in grassi idrogenati.

Importante è anche ricordarsi di moderare l’assunzione del sale da cucina, che abbiamo detto essere un potenziale fattore di rischio di insorgenza della malattia.

ALIMENTI anti-infiammatori

a. Acidi grassi polinsaturi (PUFA): sono in grado di contrastare lo stress ossidativo, l’angiogenesi e la produzione di citochine infiammatorie associate alla SM

  • pesce azzurro e salmone
  • frutta secca ed oleosa (mandorle, noci, nocciole)
  • olio di semi di lino, semi di lino, semi vegetali

b. Vitamine A,C,E: sostanze antiossidanti

  • frutta fresca di stagione (soprattutto kiwi e agrumi)
  • verdura fresca di stagione (possibilmente cruda)
  • fegato e olio di fegato di animali marini e terrestri
  • uova
  • germe di grano
  • olio extravergine d’oliva

c. Polifenoli: sostanze antiossidanti presenti in numerosi alimenti

  • frutta e ortaggi ad elevato contenuto di clorofilla e pigmenti (colore giallo/arancio e verde insieme ad aglio e cipolla)
  • vino rosso
  • erbe e spezie come la curcuma 
  • cioccolato extra fondente
  • tè verde
  • nocciole
  • frutti rossi (ribes, fragole, mirtilli, lamponi e more) e uva rossa

Verdura e frutta che vengono conservate per lungo tempo prima di essere consumate, subiscono ingenti perdite vitaminiche. Anche trattamenti che comportano lavaggi con grandi quantità di acqua e cotture prolungate possono portare a notevoli perdite.

Nelle seguenti tabelle sono riportati gli alimenti come Frutta e Verdura a più elevato contenuto di Vit. A (espressa in retinolo equivalenti), C ed E.

alimentazione e sclerosi multipla

alimentazione e sclerosi

Alimenti da preferire ricchi in W-3 

Olio vegetale: Olio di semi di lino, semi di lino da insalata, olio extravergine d’oliva

Pesce fresco, surgelato o in scatola (sott’olio ben sgocciolato o al naturale): Sgombro, Salmone, Tonno, Aringhe, Alici, Acciughe, Pesce Spada, Orata, Merluzzo, Dentice, Spigola

Alimenti con un buon apporto di W-3, CONSUMARNE 10-15 g  al gg !

Frutta secca oleosa:  Noci, Nocciole, Mandorle e Pistacchi

Alimenti ricchi in grassi saturi DA EVITARE

Altri prodotti: Burro d’arachidi, Margarina (100% veget.), Maionese, Patatine fritte, Salame e Mortadella, Oli di origine sconosciuta

L’olio di lino e i suoi semi contengono un’alta concentrazione di acidi grassi polinsaturi della serie W-3 e ricoprono così un ruolo antinfiammatorio molto importante. Per ottenere i massimi benefici da questo si consiglia di preparare una miscela di olio di semi di lino spremuto a freddo (1 parte) + olio extravergine d’oliva (4 parti), da conservare in frigo in una bottiglia scura e da consumare nella quantità di un cucchiaio ogni giorno.

SM e problematiche psico-sociali

La SM non influenza solo la persona che ne è colpita, ma anche tutti coloro che vi convivono e in particolare i membri della famiglia; la malattia spesso impone cambiamenti dei ritmi e delle abitudini quotidiane e al momento della diagnosi possono nascere ansia, rabbia, frustrazione e paura non al solo diretto interessato, ma anche alle persone che lo circondano.

Quando la malattia affligge i genitori, l’importanza di una comunicazione diretta nei confronti dei figli è importante per non spaventarli e renderli partecipi nei cambiamenti e nel comprendere quanto accade. Può succedere che gli stessi figli, evitando di affrontare il problema direttamente con i genitori, si addossino responsabilità e compiti di carico maggiore rispetto alla loro età, che possono condurre a problemi di natura psicosociale o scolastica. Quando al contrario sono i figli ad essere colpiti dalla malattia, i genitori devono cogliere la delicatezza del momento della diagnosi informando il giovane insieme alla figura del medico, perché possa prontamente affrontare lo stress che provoca la diagnosi stessa.

E’ importante stare accanto alla persona in difficoltà ed è compito del care-giver comunicare chiaramente con questa e fornirle sostegno ogni qualvolta non si riveli autonoma e indipendente. Il partner, per esempio, può farsi carico di compiti e mansioni che normalmente all’interno del nucleo familiare sarebbero spettati all’altro, dimostrando così di sostenerlo senza aggravarne ulteriormente lo stato psicologico. Alcuni sintomi della SM come per esempio la fatica, possono essere fonte di incomprensioni o fraintendimenti; la fatica potrebbe essere scambiata per svogliatezza o mancata voglia di fare insieme agli altri membri familiari attività che prima si svolgevano normalmente.

Importante è comprendere che ogni famiglia presenta però il proprio vissuto, ogni persona reagisce diversamente da un’altra e per questo motivo non esiste un unico modo di affrontare le situazioni.

dott.ssa Vittoria Giannini