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Alimentazione e Diabete

Viste le numerose richieste abbiamo deciso di scrivere un articolo dedicato a chi soffre di diabete e cerca consigli nutrizionali per conviverci al meglio.

Cos’è il diabete mellito? 

Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata dall’aumento della concentrazione di glucosio nel sangue. Responsabile di questo fenomeno è un difetto assoluto o relativo dell’insulina, un ormone secreto dal pancreas indispensabile per il metabolismo degli zuccheri.

Tutti i carboidrati (zuccheri semplici e complessi) assunti con l’alimentazione sono trasformati nel corso della digestione in glucosio, il quale rappresenta la principale fonte di energia per il nostro corpo. Addirittura alcuni tessuti sono glucosio-dipendenti, come abbiamo spiegato nell’articolo sui carboidrati.

Affinché il glucosio possa fare il suo ingresso nelle cellule ed essere utilizzato come “carburante”, è necessaria la presenza dell’insulina.

Quando l’insulina è prodotta in quantità non sufficiente dal pancreas, oppure le cellule dell’organismo non rispondono alla sua presenza, nel sangue si avranno livelli di glucosio più alti del normale (iperglicemia) favorendo, così, la comparsa del diabete mellito.

I valori glicemici

La concentrazione di glucosio nel sangue si misura con la glicemia.

In soggetti sani i valori della glicemia si mantengono tra i 60 e i 130 mg/dl.

La diagnosi di diabete è certa con un valore di glicemia di 200 mg/dl, rilevato in qualunque momento della giornata o due ore dopo un carico di glucosio.

Valori di glicemia compresi fra 140 a 200 mg/dl dopo un carico di glucosio definiscono, invece, la ridotta tolleranza al glucosio che può evolvere nel tempo verso un diabete conclamato.

Le tipologie di diabete

Attualmente la medicina distingue tre forme di diabete mellito:

diabete di tipo 1, è una malattia autoimmune, riguarda il 10% dei casi di diabete e si sviluppa prevalentemente a partire dall’infanzia o dall’adolescenza. La produzione di insulina da parte del pancreas viene soppressa o fortemente ridotta. Questa situazione è irreversibile, pertanto il paziente a cui è stato diagnosticato il diabete di tipo 1 dovrà necessariamente assumere ogni giorno e per tutta la vita dosi di insulina.

diabete di tipo 2, interessa il 90% dei casi e quindi rappresenta la forma di diabete più comune. Si sviluppa per lo più a partire dai 40 anni di età e tra i fattori ambientali che possono favorire l’insorgenza di diabete ricordiamo il sovrappeso, l’obesità (soprattutto di tipo addominale) e un’alimentazione sbilanciata, ricca di grassi saturi e zuccheri semplici.

Questa malattia è caratterizzata da un duplice “guasto”: ci può essere un deficit di secrezione di insulina e quindi non viene prodotta una quantità di ormone in grado di soddisfare le necessità dell’organismo, oppure vi è la ben nota insulino-resistenza, cioè l’insulina prodotta non agisce in maniera adeguata.

Il risultato, in entrambi i casi,  è il conseguente incremento dei livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia).

diabete gestazionale, in cui l’ aumento dei livelli di glucosio si manifesta o viene rilevato per la prima volta nel periodo della gravidanza. Generalmente tende a scomparire al termine della gravidanza, ma pur essendo una condizione transitoria, se non viene diagnosticato ed adeguatamente curato, può portare a delle conseguenze, anche gravi, sia per la madre che per il bambino.

A queste si aggiunge un’altra patologia rara chiamata diabete insipido che si differenzia dalle altre sia per cause che per sintomi.

Adesso ci soffermeremo sull’alimentazione per il diabete di tipo 2, essendo quello più comune e con più incidenza. 

L’alimentazione del diabetico di tipo 2

Un’alimentazione ben bilanciata rappresenta la cura essenziale del diabete, al fine di mantenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue. Nel caso di pazienti in sovrappeso o obesi, tornare ad un peso normale permette di ridurre non solo i livelli di glicemia nel sangue, ma anche di ridurre gli altri fattori di rischio cardiovascolare (ipertrigliceridemia, ipertensione arteriosa , ipercolesterolemia, ecc)

La dietoterapia svolge un ruolo fondamentale nel trattamento del diabete e si prefissa come obiettivi:

  • Il raggiungimento e/o mantenimento di un peso corporeo adeguato al contesto clinico.
  • Prevenzione dell’iper/ipo-glicemia.
  • Riduzione del rischio di sviluppare le complicanze legate alla malattia.

La dieta per il diabete non è assolutamente restrittiva in termini energetici, infatti la persona con diabete necessita di un apporto calorico giornaliero uguale a quello del soggetto non diabetico.

Indice glicemico e carico glicemico

Ovviamente l’attenzione va posta sull’indice glicemico degli alimenti e, in maniera più approfondita, sul carico glicemico dei pasti. L’indice glicemico riguarda soprattutto i cibi ad alto contenuto di carboidrati, mentre quelli ricchi di grasso o di proteine non hanno un effetto immediato sulla glicemia, ma ne determinano un tardivo incremento prolungato.

L’indice glicemico è un indicatore di “qualità” dei carboidrati, ma non tiene conto delle quantità effettivamente consumate di un dato alimento.

Il carico glicemico invece prende in considerazione la quantità effettiva di carboidrati consumati e consente di confrontare l’effetto sulla glicemia di porzioni equivalenti di alimenti diversi; più basso è il carico glicemico, minore sarà l’effetto sullo zucchero nel sangue di quella quantità di alimento.

Raccomandazioni dietetiche generali

  • Ridurre il consumo di zuccheri semplici.
  • Ridurre il consumo di grassi saturi.
  • Incrementare il consumo di fibra.
  • Evitare periodi di digiuno prolungato.
  • Consumare pasti completi (carboidrati + proteine + lipidi + verdura) a pranzo e cena.
  • Evitare pasti costituiti da soli carboidrati (pane, pasta, riso, patate, fette biscottate, gallette, crackers, frutta, ecc).

Tenendo conto che per ottenere una corretta ed equilibrata alimentazione occorre assumere la giusta quantità degli alimenti e rispettare le frequenze con le quali alcuni cibi debbono essere consumati, proponiamo una lista degli alimenti che possono o non possono essere utilizzati da chi è affetto da diabete di tipo 2.

ALIMENTI NON CONSENTITI

  • Zucchero bianco, zucchero di canna o fruttosio.
  • Marmellata e miele.
  • Dolci (torte, pasticcini, biscotti, gelatine, budini, caramelle, ecc).
  • Frutta sciroppata, candita, disidratata.
  • Bevande zuccherine (aranciata, cola, sprite, chinotto, redbull, ecc), acqua tonica, tè freddo (tipo estathé e simili), succhi di frutta, anche se riportano la dicitura “senza zuccheri aggiunti”.
  • Salse contenenti zucchero (ketchup, barbecue, salsa rosa, messicana, agrodolce, ecc).
  • Insaccati grassi (mortadella, salame, lardo, coppa, ecc).
  • Formaggi grassi (gorgonzola, emmenthal, provolone, caciocavallo).
  • Condimenti grassi come lardo e margarine.
  • Superalcolici.

Alimenti consentiti con moderazione

  • Dolcificanti.
  • Frutta, poiché contiene naturalmente zucchero (fruttosio).

I frutti maggiormente consigliati sono quelli con meno presenza di zucchero e basso indice glicemico come ciliegie, fragole, mirtilli, albicocche, pere, arance, , mele, pesche e prugne.

Sono sconsigliati invece melone, banana, papaia, mango, uva e ananas.

  • Le castagne non sono un frutto, ma contengono carboidrati complessi come i cereali.
  • Patate e mais non sono una verdura. Questi alimenti sono importanti fonti di amido e quindi sono considerati dei veri e propri sostituti di pasta, riso, pane, ecc. Possono essere consumati in sostituzione al primo piatto e nelle quantità stabilite dal piano alimentare.
  • Formaggi semigrassi e magri (parmigiano, grana, ricotta di vacca, fiocchi di latte),
  • Vino.

 

Alimenti consentiti 

Contrariamente a quanto si crede, la base per un’alimentazione equilibrata nei diabetici è anche costituita da cibi con carboidrati e ricchi di fibra.

  • Verdura preferibilmente cruda, da assumere in porzioni abbondanti.
  • Carboidrati complessi e cereali integrali.

Tra i cereali a più basso indice glicemico vi segnaliamo la crusca di avena e di frumento (ideale per colazione e spuntini), l’orzo integrale, il farro integrale, il grano saraceno integrale e la quinoa.

  • Legumi. Vi consigliamo i lupini come spuntino, ma anche lenticchie, ceci, borlotti e cannellini per i pasti principali.
  • Pesce, da consumare spesso durante la settimana.
  • Carne sia rossa che bianca, preferire tagli magri e privati del grasso visibile.
  • Uova, preferendo cotture semplici (in camicia, sode).
  • Affettati più magri (prosciutto cotto e crudo privati del grasso visibile, bresaola, arrosto di tacchino e pollo).
  • Latte e yogurt (soprattutto greco) scremati o parzialmente scremati.
  • Olio d’oliva, aggiunto a crudo e con moderazione.

Consigli pratici per il diabetico e per tenere sotto controllo la glicemia

  • Leggere le etichette dei prodotti, per accertarsi del loro contenuto in zuccheri.
  • Assumere molte fibre (prodotti integrali,  frutta e verdura soprattutto cruda).
  • Consumare frutta con minore grado di maturazione e con la buccia.
  • Ridurre i tempi di cottura per pasta, riso ed altri cereali. La pasta lunga e al dente ha un indice glicemico più basso. Gli spaghetti sono il formato da preferire.
  • Evitare i cibi raffinati (farine, cereali, zucchero bianco, ecc).
  • Raffreddare i cibi cucinati, per esempio è preferibile consumare le patate fredde. Il cibo cotto, congelato e successivamente riscaldato ha un indice glicemico più basso.
  • Consumare pasti completi e mai di soli carboidrati. Combinare i cereali con alimenti ricchi di grassi buoni e proteine.

Infine, ma non meno importante, rendere lo stile di vita più attivo.

L’attività fisica costante ha benefici effetti sui soggetti affetti da diabete, oltre che essere fondamentale per eliminare il grasso in eccesso e dimagrire correttamente.

Questi sono i nostri suggerimenti per diabetici, con un’avvertenza: è sempre consigliabile definire un piano dietetico personalizzato con uno specialista.

dott. Adriano Arcuri